Intervista a Lavinia Pallotta


Intervista a Lavinia Pallotta – https://ilblogdilaviniapallotta.myblog.it/

Ringraziamo Lavinia Pallotta per l’intervista che ci ha concesso in occasione del primo anno di vita del nostro portale

1) Chi è Lavinia Pallotta?

Sono nata a Milano, nel ’73, e mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere, all’Università degli Studi di Pavia con una tesi su “Clarissa di Samuel Richardson” e dunque la nascita del romanzo psicologico moderno.Da molti anni sono attiva nel movimento ambientalista, ma devo ammettere che ultimamente l’ufologia sta assorbendo quasi tutto il mio tempo libero.

Sono l’attuale presidente della Fondazione Sentinel  http://www.fondazionesentinel.org

un’organizzazione che si è ormai staccata dalle sue origini svizzere, e nella quale si occupiamo di tematiche ufologiche, scientifiche e molto altro.

Faccio parte del Gruppo Camelot http://www.gruppocamelot.too.it coalizione di ricercatori alcuni indipendenti, altri appartenenti a varie associazioni, che non prevede alcun tipo di gerarchia o vero e proprio regolamento, eccezion fatta per il “gentlemen agreement” liberamente visionabile sul sito, che rappresenta il nostro accordo di collaborazione. Sono membro della redazione del magazine on-line Camelot Chronicles http://www.camelotchronicles.com, una rivista scaricabile gratuitamente da internet nata pochi anni fa, dalla voglia di dare spazio a tutti coloro che volessero pubblicare e che ci ha dato grandi soddisfazioni anche per l’alto livello dei lavori pubblicati e, naturalmente, le visite che riceve ogni volta. Per un anno ho fatto parte della redazione della trasmissione radiofonica di Radio Popolare, “Il Triangolo dei Bermuda” assieme a Carlo Sabadin, condotta da Alberto Ruvolo. Si trattava di un programma d’intrattenimento e informazione di tematiche “di confine”, in primis l’ufologia, di grande successo. Ho tenuto conferenze a Pavia, a Budrio (Bologna) e Tocco di Casauria (Pescara); Codeville (Pavia) e collaboro, con diversi altri siti, quali http://www.dnamagazine.it , http://www.hwh22.it?, http://www.paolaharris.it http://www.nonsiamosoli.com con articoli e traduzioni. Non è molto, comunque, che frequento il mondo ufologico “dall’interno”, solo dal 2002, anno in cui ho conosciuto ad una conferenza alcuni colleghi Camelot e da quel giorno non li ho più lasciati.

2) Cosa pensi dell’ufologia italiana moderna? Pensi che molti studi siano inibiti dai governi?

Penso che stia faticosamente cercando di uscire dalla “nicchia”, non solo per raggiungere un pubblico sempre più vasto, nonostante il disinteresse dei media, salvo rare eccezioni, ma anche per riscattare la materia da un’immagine di dilettantismo e l’antiscientificità che le si è cucito addosso, dall’esterno, e che di frequente i ricercatori stessi hanno indossato per comodit?. Spesso sento dire, o leggo in giro, che il male dell’ufologia italiana sia il clima di costanti polemiche tra “colleghi”, che disperde le energie e non porta a nulla. Sono sostanzialmente d’accordo, ma lo ritengo un luogo comune, anche piuttosto qualunquista. La generalizzazione non aiuta mai, in nessun campo, perchè impedisce di focalizzare il problema d’origine. Credo sia fondamentale chiedersi: chi fa polemica rispetto a che cosa, e perchè. A volte ho l’impressione che si critichino le polemiche per avere la possibilità di scrivere ciò che si vuole, senza supportarlo con dati e testimonianze adeguati. L’ufologia, che tanto spesso si è lamentata, a ragione, del dogma scientifico ufficiale, rischia di creare a sua volta altri dogmi, col pericolo di non saperne più uscire. O con noi o contro di noi? e chi mostra dei dubbi vuol far polemica. Ma la ricerca si alimenta di dubbi e di domande. Per quanto riguarda le mie esperienze dirette nel mondo ufologico italiano, faccio parte di un gruppo di ricerca, il gruppo Camelot, che è nato proprio dall’idea di riunire appassionati e studiosi di questa materia, che non la pensassero obbligatoriamente allo stesso modo, ma che avessero un comune obiettivo: fare divulgazione corretta, “armati” di spirito di collaborazione e confronto. Il gruppo sta diventando sempre più numeroso e stiamo ottenendo una grande visibilità, contatti con appassionati, ricercatori anche esterni che vogliono unirsi a questa tavola rotonda e “uomini di scienza”. Credo di non fare torto a nessuno, se dico che siamo arrivati dove siamo, non solo per l’equilibrio che abbiamo saputo trovare al nostro interno e per il valore dei componenti del gruppo, ma anche grazie alla straordinarie capacità di aggregazione e di stimolo di uno dei suoi fondatori , Carlo Sabadin, che si è davvero sempre fatto in quattro però dare spazio a tutti, anche a gente che poi ci e gli ha voltato le spalle, come spesso accade alle persone che vogliono dare a tutti, e forse a troppi. Credo davvero che Carlo sia uno degli ufologi che, nel nostro paese, possono fare la differenza. Non l’unico, naturalmente!?I governi non hanno mai dimostrato di avere “interesse” che la verità fosse divulgata al pubblico, perchè il controllo dell’informazione, in qualsiasi ambito, permette anche un più efficace controllo della situazione, con tutti i suoi risvolti politici, economici e sociali. Non c’è bisogno di studiare gli UFO per rendersi conto di questo. Allo stesso tempo governi di vari stati come la Francia, gli Stati Uniti, il Brasile, ecc. hanno costituito gruppi di studio ufficiali, del fenomeno. Il problema sorge quando viene il momento di trarre delle conclusioni e renderle pubbliche. Il rapporto COMETA in questo senso rappresenta uno studio importantissimo e troppo spesso ignorato, portato avanti da personale competente, ma non si tratta di un documento ufficiale. Non è dai governi che arriverà l’input per il cambiamento, nè, tanto meno, dai servizi segreti, che sono da sempre impegnati in giochi di cover-up e debunking, da una parte, e rilascio controllato d’informazioni dall’altra (le dichiarazioni del colonnello Corso ne sono un esempio lampante). La fisica teorica e l?astrofisica, oggi, potrebbero permettere all’ufologia pro-ETH di uscire dall’ambito della cosiddetta “controinformazione” e diventare, finalmente, informazione. Basta sapersi liberare dal provincialismo, dal gruppismo e accettare la sfida dei tempi che cambiano.

3)Pensi che i media aiutino ad alfabetizzare le persone sull’argomento ufo, oppure credi che “aiutino” solo a denigrare l’argomento?

L’opera di denigrazione del fenomeno UFO è stata portata avanti, a mio avviso, con sistematicità e intenzionalità anche attraverso il potere mediatico, da anni, e la situazione non sembra essere cambiata, salvo felici eccezioni. E’ stata imposta, perchè ridicolizzare è il modo più efficace per nascondere, e lo abbiamo ben visto.Come ho già accennato sopra, il controllo dell’informazione è il mezzo attraverso il quale si controlla l’opinione pubblica. Senza di esso, le motivazioni di molte scelte politiche ed economiche sarebbero talmente palesi da risultare inattuabili. Mi riferisco alle guerre, alla globalizzazione, alla vivisezione, e anche alla verità sul fenomeno UFO, sui crop circle, la free energy, le scie chimiche, ecc. Oggi internet aiuta a veicolare molte informazioni che altrimenti resterebbero inaccessibili, ma non basta. Tramite internet non si riesce ancora a raggiungere un numero sufficiente di persone e certi argomenti non arrivano alla portata “del vicino di casa”. Al contrario, spesso ci si rintana dietro la sicurezza dello schermo e della tastiera e si ricrea una sorte di societ? virtuale su misura. La televisione italiana ha rinunciato quasi completamente a “fare informazione” a favore di programmi idioti come “il Grande Fratello” . La fattoria, soap opera e altre amenità. Il programma “Report” è stato, in questo senso, una felice eccezione. Ci vorrebbe un “Report” ufologico, ma non c’è. Ed è un peccato, perchè la “gente” sarebbe pronta. C’è una grande richiesta di informazioni, non soddisfatta. Per più di un anno ho partecipato alla trasmissione radiofonica “Il Triangolo dei Bermuda” con Carlo Sabadin, condotta da Alberto Ruvolo, su Radio Popolare, con diffusione internazionale, nella quale trattavamo proprio di tematiche ufologiche, ma non solo. E’ stato un successo, e questo successo ce lo ha “regalato”  il pubblico che ci tempestava di telefonate, e-mail, domande. E’ stato straordinario e anche un pò imprevisto: trattandosi di una trasmissione in diretta, senza filtro, nata come programma d’intrattenimento, non sapevamo come gli ascoltatori avrebbero reagito ad un “cambiamento di rotta” finalizzato a divulgare informazioni ufologiche, anche attraverso l?ironia. Il risultato è stato che la trasmissione si è trasformata, di volta in volta, in un programma sempre più d’informazione e sempre meno d?intrattenimento, e questo cambiamento lo ha imposto il pubblico, con i suoi interventi, le sue domande, le sue testimonianze. Da un punto di vista editoriale, in Italia si pubblica ben poco di ufologico. Libri cardine della ricerca, come quelli di Hynek, Vallee, Mack, Hopkins McDonald, non vengono più ristampati e non si traduce quasi pi? niente. Scordiamoci Steven Greer, l’ultimo Mack, il nuovo Hopkins, il Rapporto Cometa, Friedman, ecc. Come si fa a fare divulgazione ufologica in un paese dove non esistono quasi serie pubblicazioni a riguardo e dove i lavori dei padri dell’ufologia, o dei nuovi ricercatori si possono leggere solo in lingua originale. Diversa sorte è toccata alla cosiddetta “archeologia eretica”. Forse vende di più, o forse è meno scomoda dell’ufologia. Come gruppo Camelot e Fondazione Sentinel stiamo puntando molto sulle conferenze, che ci permettono di confrontarci con le persone e tra ricercatori (quelli che accettano il confronto e la collaborazione). Il riscontro è ottimo, la gente ha sete di sapere, di conoscere, di dire la sua. Partendo da questo presupposto, un passo alla volta, le cose cambieranno.

4) Qual’è la tua idea sul fenomeno UFO?

Credo che ormai il fenomeno UFO vada studiato nella sua “globalità”, dunque non escludendo fenomeni e argomenti affini e connessi, quali le abdution, il contattismo, i progetti d’intelligence come l’MK-ultra, le mutilazioni animali. E i crop circle, quelli che presentano delle anomalie. Personalmente, prendo in seria considerazione l’ipotesi ETH, almeno per quanto riguarda una percentuale, anche minima, di avvistamenti inspiegabili.Come ho già detto, oggi alcune ricerche scientifiche, sicuramente molto coraggiose, avvalorano questa ipotesi, che non è più eresia. Forse James McDonald oggi, sarebbe morto di vecchiaia o di malattia.

Per quanto riguarda il fenomeno crop circle, non mi sembra ci siano abbastanza indizi che indichino un qualche coinvolgimento ET. Sono d’accordo con Jacques Vallee, che nel suo articolo del 2002 Crop Circles: “Signs From Above or Human Artifacts” mette in guardia dall’attribuire con troppa facilità, origini ET o paranormali a tale fenomeno, senza adeguati dati analitici, perchè questo potrebbe tornare a discapito dell’ufologia stessa, un domani si scoprisse la vera origine delle formazioni. D’altra parte c’è chi, per supportare la teoria della “land art” s’inventa crop circle inesistenti e ?itineranti?, con tanto di preziose testimonianze anonime. Anche questo danneggia la ricerca seria e chi la vuol fare.

5) Credi che i popoli antichi abbiano avuto contatti con entità di altri pianeti?E se si, qual’è secondo te la prova più concreta di tale contatto?

Se prendiamo in seria considerazione il fatto che intelligenze extraterrestri possano, oggi, far visita al nostro pianeta, dobbiamo considerare anche la possibilità che abbiano potuto farlo in passato. Non abbiamo certezze ma ci sono degli “indizi”, di vario genere. Ritrovamenti archeologici nettamente in contrasto con la storia ufficiale sembrano suggerirci che il nostro passato è ancora misterioso e ci sfugge. Quelle che credevamo leggende di civiltà avanzate, anteriori alla nostra, oggi sono realtà plausibili e rendono o renderebbero necessaria una rivalutazione di molti reperti, come gli OOPARTS. Se dunque esistono fasi della nostra storia, oscure, che il mondo accademico è riuscito sempre ad ignorare, non si può scartare a priori la possibilità di visite ET in un lontano passato, come nel presente.

Leggende e tradizioni sacre di popolazioni africane, australiane, oceaniche, sud e nord americane, asiatiche, ci parlano di contatti con popoli venuti dalle stelle, portatori di sapere e civiltà. E’ vero che spesso le leggende parlano per metafore e si esprimono attraverso i simboli (anche pittorici, come dimostrano molte figure rupestri), ma mentre in passato, il sapere di queste popolazioni, gelose delle proprie tradizioni, ci arrivava filtrato dal resoconto e l’interpretazione di coraggiosi antropologi che trascorrevano lunghi periodi di tempo con i popoli indigeni, oggi queste persone, spesso, si fanno loro stesse portavoce delle proprie tradizioni, e quello che raccontano è decisamente interessante. Un esempio ne sono gli indiani d’America, che oggi, nel tentativo di salvare la propria identit?, scrivono libri, tengono conferenze, e parlano di questi antichi contatti con orgoglio.

John Mack nel suo bellissimo libro “Passport to the Cosmos” ha raccolto diverse testimonianze di questo genere, che raccontano non solo di contatti nel passato, ma anche nel presente, tra popoli africani, nord e sud americani ed esseri alieni. Mack, geniale e intuitivo, ha studiato queste testimonianze evidenziando anche possibili connessioni col fenomeno abduction e contattismo, due argomenti, questi, che secondo Mack e anche secondo me, presentano aspetti comuni e connessioni fondamentali.

Esistono poi testimonianze scritte, di un certo rilievo, come i testi vedici, che indicherebbero un passato decisamente più tecnologico di quanto si possa immaginare e andrebbero studiati con molta attenzione.

Per riuscire a comprendere se effettivamente ci sono stati contatti diretti con ET nel passato, è necessario conoscere meglio le nostre origini e la nostra preistoria, per non confondere ciò che è effettivamente “nostro” e ciò che potrebbe essere “di altri”. Civiltà umane più avanzate tecnologicamente, conviventi con popolazioni decisamente primitive, potrebbero essere sembrate “aliene”, ma non essere extraterrestri per questo. Credo che con serenità e obiettività si dovrebbe considerare l’idea di studiare da capo una parte della nostra storia.

6) Vi è un legame fra Ufo e Religione? Quale?

Trovo molto interessanti le interpretazioni in “chiave ufologica” dei cosiddetti fenomeni di B.V.M. (Beata Vergine Maria). In molti di questi casi, in concomitanza con la manifestazione, di qualsiasi cosa si tratti, i testimoni (a volte anche laici o addirittura atei) hanno dichiarato di aver udito un forte boato accompagnato anche da globi di luce nel cielo, come nel caso di Fatima del 1917 e di Lourde, che sono solo due degli esempi più famosi.

Interessanti sono anche le similitudini tra possibili avvenimenti UFO nel passato riportati nei testi religiosi, o comunque brani che potrebbero fare riferimento a possibili contatti con “entità aliene” nel senso di sconosciute, come il carro di Ezechiele. Si tratta comunque di interpretazioni di testi antichi, che prendo come tali. Come ho detto precedentemente, se ammettiamo l’eventualità di visite ET nel presente e nel passato, è possibile che alcune testimonianze ci siano pervenute in chiave mitica e/o di racconto religioso, anche apocrifo, come il Libro di Enoch.

D’altra parte, bisogna stare attenti a non forzare troppo simili interpretazioni e vedere extraterrestri dappertutto.

7) Qual’è, a tuo parere, la pietra miliare dell’ufologia, quell’avvistamento, quel reperto, quel “caso” che ti porta ad asserire :”Si, esistono!”?

Sin dal Project Blue Book ci si è resi conto che il fenomeno UFO esiste e non deve essere ignorato. La non divulgazione o addirittura la copertura della verità, a riguardo, non sminuiscono il fatto che in diversi paesi del mondo, Stati Uniti, Francia, Brasile, Cile, ecc siano state costituite commissioni ufficiali d?indagine per raccogliere dati e studiarne le implicazioni.

Scienziati del livello di Hynek e McDonald, coinvolti nella ricerca, si sono convinti che questo fenomeno, almeno una parte, non potesse essere spiegato in modo ordinario e non si sono sentiti di scartare come assurda l?ipotesi ET. Sono passati molti anni da allora, e McDonald ha pagato a caro prezzo il suo coraggio, ma le cose non sembrano molto cambiate: Recentemente J.J.Velasco, ex direttore del SEPRA, ha pubblicato un libro “OVNIS l’evidence” in cui si dichiara apertamente a favore di una spiegazione ET per molti casi. Dopo tanti anni di studio, a diretto contatto con fatti e testimoni, trae le sue conclusioni, del tutto personali, e queste aprono decisamente a favore del possibilismo. Anche in Brasile era stata creata una commissione di studio, l’Operazione Prato, composta da personale militare e diretta dal comandante Hollanda, per studiare gli strani eventi accaduti, nel paese, attorno agli anni ’70. Hollanda, che si dichiarerà a favore di un’interpretazione “non-convenzionale”, e in questo caso ET, e verrà trovato impiccato nella sua abitazione, suicida, forse, o forse “suicidato”.

E non vanno dimenticate le conclusioni del Rapporto COMETA, gruppo di studio francese che incluse personale assolutamente qualificato come importanti membri dell’aviazione, della polizia, ingegneri e come collaboratori esterni analisti fotografici e lo stesso Velasco. La commissione concluse che non si può assolutamente escludere un’origine extraterrestre per alcuni avvistamenti e che si tratta di un fenomeno da non sottovalutare, sotto nessun punto di vista. Non fu una commissione ufficiale, e per questo si è potuto facilmente far finta di ignorare il suo lavoro, ma è stato un errore.

Astronauti americani e russi hanno fatto dichiarazioni decisamente “forti” e possibiliste. Perchè ignorarle?

Oggi, come ripeto spesso, nuove teorie di fisica teorica superano il Paradosso di Fermi e ci permettono di “accarezzare” l’idea che un contatto sia possibile.

Scienziati di fama non temono di dichiararsi pro-ETH. Questo non mi da la certezza che gli extraterrestri siano qui, ma mi da la certezza che il fenomeno potrebbe trovare finalmente la “soluzione finale”, rispettando i parametri della scienza e della ragione.

Intervista di Gianluca Santaniello

@nonsiamosoli.com

Intervista concessa in esclusiva per www.nonsiamosoli.com per utilizzare questa fonte bisogna riportare il link al nostro sito.

 

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